giovedì 25 marzo 2010

Una lettera della sorella Aafia Siddiqui (che Allah la liberi e le restituisca i suoi bambini, amin)

بسم الله الرحمان الرحيم


“Oh mia Ummah Insensibile”

Sono la dottoressa Aafia, sono laureata al Massachussetts Institute of Technology (USA), ho tre figli e l’obiettivo di aiutare la mia nazione con la mia formazione di alto livello, e vi sarei molto grata per il vostro aiuto.

Sono stata rapita nel mio stesso Paese dai miei stessi fratelli, e venduta all’America. Sono stata picchiata, stuprata, torturata, ancora e ancora, sotto il nome di Prigioniero 650. Ho pregato per il mio Muhammad ibnu Qasim, per ogni secondo degli anni trascorsi in prigione, in un Paese Islamico, l’Afghanistan.

Sono la sorella di un quinto della popolazione del mondo musulmano. La mia nazione è storicamente famosa per la difesa e nella tutela dei diritti dei suoi cittadini, fin dal principio. ‘Umar (ibn al-Khattâb) disse: “Se un cane muore vicino al fiume Arafat, ‘Umar ne sarà responsabile nel Giorno del Giudizio”.


Al momento non posso camminare per conto mio, uno dei miei reni è stato rimosso, una pallottola mi ha colpito al petto, mi è stata negata qualsiasi assistenza medica e legale e non sono sicura se sopravviverò oppure no.

Vorrei revocare il mio statuto di sorella. Io sono una fiera Musulmana, seguace del Profeta Muhammad (sallAllahu ‘alayhi waSallam), sorella di Abu Bakr, ‘Umar, ‘Uthmân e ‘Ali (radiAllahu ‘anhum), dei Compagni (del Profeta) e dei loro veri seguaci. Non voglio essere vostra sorella.

Essi sono i miei protettori ed io chiederò l’aiuto di Allah, non il vostro.

Non voglio essere pakistana; il Pakistan ha 600.000 soldati e forze speciali, ma non sono in grado di proteggermi, avevano giurato di proteggermi, ma si sono rifiutati di farlo quando avevo bisogno del loro aiuto. La mia cosiddetta Ummah musulmana ha milioni di soldati, cannoni e carri armati. Armi automatiche, aeroplani da combattimento, sottomarini, ma ancora non sono riusciti a salvarmi.

Non preoccupatevi per il Giorno del Giudizio, non sarete ritenuti responsabili, poiché voi non siete miei fratelli nell’Islâm. Voi siete Arabi, Persiani, Palestinesi, Africani, Malesi, Indonesiani, del sud est asiatico, ma non Musulmani.

Mi dispiace se ciò vi ferisce, ma non potete immaginare quanto ferisca me.

Aafia Siddiqui

Scrivi a Aafia Siddiqui

AAFIA Siddiqui # 90279-054
MDC BROOKLYN
METROPOLITAN Detention Center
P.O. BOX 329.002
BROOKLYN, NY 11232

Gli avvocati di Aafia consigliano, quando le si scriva, di non discutere o richiedere informazioni riguardanti il suo caso, o le accuse contro di lei, la sua sorte o quella dei suoi figli, per gli ultimi cinque anni. Potete inviare delle fotografie nelle vostre lettere, ma non pacchi postali.
È possibile inviare libri, giornali e riviste direttamente dalle case editrici (come www.barnesandnoble.com o www.amazon.com). Aafia ha chiesto un quotidiano e libri sulla natura.

Se volete essere certi che non abbia già ricevuto una copia della rivista o del libro che si vuole inviare, per favore scrivete un’e-mail a Sarah Kunstler sarah@fkolaw.com

Se preferite potete inviare e-mails di sostegno per Aafia Siddiqui a contact@cageprisoners.com

Si prega di inviare messaggi di sostegno alla sua famiglia a contact@cageprisoners.com

Il prigioniero reale è una persona il cui cuore è imprigionato dal suo Signore;
Veramente in cattivit
à è qualcuno schiavo delle sue passioni…
(shaykh Al-Islam Ibn Taymiyyah, rahimahullah)

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