mercoledì 25 agosto 2010

In memoria di Faraj Hassan Alsaadi (rahimahullah)







Gli occhi piangono, il cuore è triste, ma non diciamo se non ciò che è gradito al nostro Signore.

È con immensa tristezza che vi diamo notizia della morte di Faraj Hassan Alsaadi, che ha perso la vita in un tragico incidente motociclistico lo scorso 16 agosto, alle ore 9.00 del mattino.

Inna lilLâhi wa inna ilayhi raji’ûn – Ad Allah apparteniamo e a Lui faremo ritorno.

Faraj Hassan è morto durante questo mese benedetto di Ramadan, in stato di digiuno. Poche ore prima, aveva guidato salatu-l-maghrib e salatu-t-Tarawih, alla manifestazione davanti all’ambasciata americana di Londra, per chiedere il reimpatrio di Aafia Siddiqui.

La sua ultima notte in questo mondo, l’ha spesa in difesa di sua sorella Aafia.

Faraj Hassan, giunto nel Regno Unito nel 2002, per sfuggire alle persecuzioni nella sua natìa Libia, fu arrestato poco dopo, e trascorse quasi 8 anni, ingiustamente, tra prigionia e arresti domiciliari, fino al novembre 2009, quando fu completamente scagionato da ogni accusa.

Nei suoi otto mesi da uomo libero, si è impegnato in difesa dei prigionieri e delle loro famiglie, in particolare collaborando con la Coalizione Giustizia per Aafia (Justice for Aafia Coalition). Durante la manifestazione Seven Days for Seven Years, nel maggio scorso, rimase costantemente fuori dall’ambasciata Americana, nonostante la pioggia battente e la mancanza di riparo. Essendo Hâfidh al-Qur’ân, fu poi invitato a dirigere le preghiere, sempre davanti all’Ambasciata, durante il mese di Ramadan.

Il nostro pensiero e le nostre preghiere sono per la famiglia di Faraj in questo momento difficile. Egli lascia tre figlioletti, di meno di 9 anni. Chiediamo ad Allah di donare loro una forza, una pazienza e uno spirito di lotta che superino quelli del loro padre, amin.

Incoraggiamo i fratelli e le sorelle a scrivere un messaggio di condoglianze alla sua famiglia, e a fare una donazione inshallah.

Speriamo che coloro che leggeranno queste poche righe possano trarre ispirazione dalla sua vita e dalla sua morte.

Il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Quando Allah vuole un bene per il Suo servo, Egli lo utilizza”. I Sahaba chiesero: “Oh Messaggero di Allah, e come lo utilizza?”. Rispose: “Egli gli assicura il Tawfîq (la guida) per compiere delle buone azioni appena prima della sua morte” (At-Tirmidhi, hasan sahîh).



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